Vin Tonique Mariani

Inventato nel 1863 da Angelo Mariani

“Vin Mariani”, un tonico inventato dal chimico francese Angelo Mariani, che ebbe l’idea di lasciar macerare foglie di coca del Perù dentro un vino Bordeaux.

Nel 1859, l’eclettico scienziato italiano Paolo Mantegazza pubblicò negli Annali universali di medicina di Milano lo studio intitolato “Sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale”.

Pochi pochi mesi prima, in Germania, il chimico e farmacista Albert Niemann era infatti riuscito a isolare l’alcaloide responsabile degli effetti anestetici delle foglie di coca, già noti addirittura nelle società precolombiane.

La rapida diffusione dello studio di Mantegazza sortì un curioso “effetto”: in tutta Europa iniziarono a essere commercializzati prodotti a base di cocaina.

Uno dei più famosi è senza dubbio il “Vin Mariani”, un tonico inventato dal chimico francese Angelo Mariani, che ebbe l’idea di lasciar macerare foglie di coca del Perù dentro un vino Bordeaux. Nel 1863 brevettò l’omonima bevanda, senza sapere che miscelare coca ed l’etanolo – usato di fatto come solvente – dava origine a una sostanza chiamata cocaetilene, con effetti anestetici amplificati.

Il tonico ebbe un successo clamoroso, anche grazie a una sorta di campagna di Marketing “ante litteram”. Sostanzialmente, Mariani puntava a rendere il suo prodotto elitario, adatto a una cerchia ristretta di persone: donava il suo vino ai papi, ai re, ai nobili dell’epoca, chiedendo loro poi una firma e una foto vicino alle casse, in modo da rafforzare la credibilità del prodotto.

Tra le numerose personalità illustri che consumarono la bevanda vi furono ben sedici re e regine, e oltre un migliaio di celebrità, da Sarah Bernhardt a Joseph John Thomson, da Émile Zola al presidente statunitense William McKinley. Perfino un Pontefice, Leone XII, apprezzava moltissimo il tonico!

Anche l’originale Coca-Cola, ispirata proprio al vino francese, conteneva cocaina: oggi l’azienda usa foglie decocainizzate, ma all’epoca…

A inizio ‘900, l’acquisita consapevolezza degli effetti nocivi della sostanza portò infine a bandire il tonico (e i suoi “derivati”) in tutto il mondo.

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