The Effects of Nuclear Weapons
Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone
Nel museo abbiamo un libro, stampato proprio a Los Alamos (pubblicato in cooperazione con il dipartimento della difesa americano e con la commissione dell’energia atomica), che documenta le varie attività di ricerca svolte in quel periodo: fra le pagine spiccano le fotografie dei corpi malati, le quali, a distanza di settant’anni, sono ancora capaci di impressionare il lettore.
Il 6 Agosto del 1945, alle 8.15 del mattino, fu sganciata la prima bomba atomica della storia su Hiroshima.
Il 9 agosto, alle 11.02, una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. Le due esplosioni causarono più di 210.000 morti e 150.000 feriti. Solo pochi giorni dopo il Giappone si sarebbe arreso ponendo fine alla Seconda Guerra Mondiale: l’utilizzo delle armi di distruzione di massa, in tal senso, viene considerato da molti intellettuali e storici un vero e proprio crimine di guerra. Le considerazioni etiche non si fermano tuttavia alle responsabilità politiche e militari, ma coinvolgono anche le ricerche scientifiche. Centinaia tra i più brillanti scienziati dell’epoca parteciparono attivamente al progetto Manhattan, il quale ha di fatto reso possibile lo sviluppo delle bombe atomiche. Uno di loro, il fisico Joseph Rotblat (insignito nel 1995 del premio Nobel per la pace), abbandonò il progetto quando gli fu chiaro che i tedeschi non sarebbero mai riusciti a sviluppare armi analoghe. La maggior parte degli scienziati proseguirono invece nelle ricerche, anche ben oltre la fine della guerra, sviluppando armi sempre più potenti. C’è però un aspetto forse meno noto del progetto Manhattan che sottolinea l’importanza delle considerazioni etiche nella scienza. Dal 1945 al 1947, nell’ambito del progetto, sono state infatti condotte alcune sperimentazioni su persone totalmente inconsapevoli dei rischi annessi, per studiare gli effetti delle sostanze radioattive sulla salute e sull’organismo. Nel museo abbiamo un libro, stampato proprio a Los Alamos (pubblicato in cooperazione con il dipartimento della difesa americano e con la commissione dell’energia atomica), che documenta le varie attività di ricerca svolte in quel periodo: fra le pagine spiccano le fotografie dei corpi malati, le quali, a distanza di settant’anni, sono ancora capaci di impressionare il lettore.