Stetoscopio monoaurale
inventato nel 1819 da René-Théophile-Hyacinthe Laennec
Lo stetoscopio viene comunemente usato nella diagnosi di moltissime malattie: permette, per semplificare, di percepire alcuni suoni interni dell’organismo. Prima della sua invenzione, i medici erano soliti appoggiare l’orecchio al petto o sulla schiena del paziente… ovviamente questa pratica era piuttosto limitata e non garantiva affatto una diagnosi accurata.
Il primo stetoscopio “moderno” fu inventato in Francia nel 1819 da René-Théophile-Hyacinthe Laennec, il quale creò un prototipo decisamente artigianale, costituito da un semplice tubo di carta arrotolato.
In seguito, venne perfezionato tramite l’utilizzo di un cilindro di legno alto circa 30 cm e con un foro del diametro di 2 mm.
Realizzati successivamente in ebanite, bachelite o metallo, gli stetoscopi assunsero negli anni una forma tubolare sottile allargato ad imbuto: ne vennero prodotti numerosi esemplari “smontabili” in due o in tre pezzi per essere più comodamente trasportabili.
Accanto agli stetoscopi rigidi monoauricolari si svilupparono quelli flessibili e biauricolari (inventati rispettivamente nel 1851 da Arthur Leared e nel 1852 da George Camman), costituiti da piccolo imbuto collegato ad un apparecchio di ricezione che trasmette il suono attraverso due tubi inseriti, a loro volta, in due olivette per le orecchie.
Negli anni furono apportati molti altri minori aggiustamenti, fino a quando, intorno al 1960, il dottor David Littmann creò un nuovo stetoscopio, più leggero rispetto agli altri modelli e con un’acustica migliorata grazie alla membrana “fluttuante” …e ancora oggi i medici di tutto il mondo si avvalgono di questo indispensabile strumento!