Sega da amputazione

Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone

La prima amputazione della storia, secondo un recente studio di Nature, risalirebbe addirittura a 31.000 anni fa: gli archeologi Tim Ryan Maloney, India Ella Dilkes-Hall e Maxime Aubert hanno infatti rinvenuto in un’antica tomba i resti d’un individuo cui fu amputata la gamba sinistra, poco sopra la caviglia.

Ora, è indubbio che per secoli – anzi, millenni – le amputazioni siano state uno degli interventi più diffusi e praticati dai medici antichi, al punto che fino all’Ottocento (prima dello sviluppo delle moderne forme di anestesia) i chirurghi misuravano la propria bravura attraverso la rapidità con cui riuscivano a eseguire le incisioni.

Le operazioni, che si svolgevano in condizioni igieniche che oggi farebbero davvero accapponare la pelle, dovevano essere concluse più velocemente possibile: solo chi era in grado di portare a termine un’amputazione in pochissimi minuti, veniva riconosciuto come un medico di successo.
Tra i più famosi non possiamo che citare lo scozzese Robert Liston, noto sia per questa fondamentale capacità che per un altro, sfortunatissimo primato da lui detenuto.
Liston era specializzato nell’esecuzione di operazione a velocità lampo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “bisturi più rapido del West End”. All’epoca si vantava di poter amputare una gamba in meno di tre minuti e, per dimostrare il suo “talento” anche ai colleghi più scettici, invitò i suoi detrattori ad assistere a una dimostrazione regolarmente cronometrata.
Durante la procedura, però, accadde l’impensabile: il paziente si presentava talmente agitato che Liston, in fase intraoperatoria, amputò accidentalmente anche le dita di una mano di un suo assistente e forò la giacca di uno degli spettatori.
Sia il paziente che l’assistente morirono nei giorni successivi a causa delle infezioni che portarono a gangrena gli arti, mentre lo spettatore al quale fu tagliato il vestito con il bisturi, si spaventò a tal punto da morire in sala operatoria per un malore.
La vicenda è passata alla storia come l’unica operazione chirurgica segnata dal 300% di mortalità!

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