Sanatoire Voltaique Riviere

Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone

Il “Sanatoire Voltaique Riviere” era un piccolo kit medico commercializzato tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, progettato per sfruttare le presunte proprietà terapeutiche dell’elettricità.

All’interno della confezione spiccava un piccolo disco di rame, a sua volta collegato a una sottile barretta metallica che permetteva di regolarne la posizione, in base alla zona del corpo da “trattare”: lo spostamento verso sinistra era suggerito per lenire disturbi cardiaci, mentre una collocazione a destra migliorava l’azione sul fegato, almeno secondo i rudimentali principi dell’elettroterapia del secolo scorso.

Sul piano medico, oggi sappiamo che non esiste alcun beneficio concreto nell’indossare un simile dispositivo: tuttavia, il contatto prolungato tra la pelle e il disco di rame creava una patina verde – dovuta all’ossidazione del metallo – che all’epoca veniva interpretata (e ampiamente pubblicizzata dai costruttori dell’attrezzo) come il segnale tangibile di una vera e propria “reazione di guarigione”.


Va detto che l’idea di applicare un metallo conduttore come vettore di energie o fluidi vitali era perfettamente in sintonia con l’entusiasmo per l’elettricità, ritenuta all’epoca una forza quasi miracolosa, in grado di ripristinare l’equilibrio di organi e funzioni corporee.


La scarsa conoscenza della fisiologia umana, unita all’assenza di rigorosi protocolli scientifici, contribuivano ad alimentare una credenza che, almeno in questo caso specifico, basava il suo successo commerciale su una semplice… “macchia”.


Lo strumento, a guardarlo con la consapevolezza scientifica odierna, resta un curioso cimelio di un’epoca in cui il fascino della scoperta elettrica spingeva a immaginare soluzioni tanto ingegnose quanto prive di reale efficacia terapeutica.

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