Quadro insetticida
Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone
Quadro di Santa Fabiola, il quale nasconde al suo interno un solenoide che per creare una sorta di campo elettromagnetico “insetticida”!
Sul finire dell’800, la malaria costituiva il più grave problema di sanità pubblica in Italia.
Quasi la metà dei 25 milioni di abitanti erano a rischio costante di contrarre la malattia e almeno 15 000 erano i morti, che numericamente aumentavano quando c’erano variazioni climatiche.
Ma qual era la causa della malaria?
Fino al 1880 circa le conoscenze erano limitate o sbagliate. Due le teorie più accreditate: secondo la prima, si contraeva il morbo respirando l’aria infetta dai miasmi esalanti da paludi e acque stagnanti; secondo l’altra, le paludi non producevano microrganismi che le correnti trasportavano su terreni anche molto lontani, dove, in fermentazione, rilasciavano fumi venefici.
Il mistero cominciò a diradarsi quando, nel 1878, il medico francese Alphonse Laveran scoprì che il sangue dei malati conteneva un parassita.
Nonostante questi successi della ricerca, mancava però un dato cruciale: da dove veniva il parassita? Che il responsabile dell’infezione potesse essere un insetto, la zanzara, era già stato ipotizzato, ma senza prove conclusive: nel 1898 Giovanni Battista Grassi, malariologo romano, escogitò finalmente un esperimento risolutivo. Catturò delle zanzare anofele, le nutrì con sangue infetto e lasciò che pungessero un volontario sano; quando la cavia umana mostrò i sintomi della malattia, ebbe la certezza che erano loro a inoculare il parassita Plasmodium falciparum.
Lo sviluppo di pratiche terapeutiche sempre più efficaci e le corpose bonifiche delle paludi contribuirono a migliorare la situazione: nelle zone più arretrate del Paese, tuttavia, i contadini preferivano affidarsi a metodi decisamente ingegnosi, che univano… sacro e profano!
Al museo ne conserviamo uno splendido esempio: un quadro di Santa Fabiola, il quale nasconde al suo interno un solenoide che per creare una sorta di campo elettromagnetico “insetticida”!
Funzionava davvero? Noi non ne siamo così sicuri…