La Sputtachiera
ideato nel XIX° Secolo
La sputacchiera è un contenitore progettato per raccogliere lo sputo o la saliva, spesso utilizzato come misura di igiene pubblica per prevenire la diffusione di malattie trasmesse per via aerea, come la tubercolosi.
La tubercolosi è una terribile malattia infettiva causata dal battere Mycobacterium tuberculosis – un agente patogeno scoperto nel 1882 da R. Koch – la quale, sebbene colpisca solitamente i polmoni, può interessare praticamente ogni organo del corpo.
Poiché la trasmissione della tubercolosi avviene per via aerogena, qualunque persona infetta può diffondere i bacilli tubercolari nell’aria. È sufficiente che un altro individuo respiri questi microbi per creare i presupposti di un contagio diretto: per secoli, la morbilità della malattia ha creato un enorme problema di “salute pubblica”.
Già nel 1537 Giovan Battista Montano, nel suo “Consulationes”, aveva scritto che era opportuno evitare lo sputare sulle mura o sul letto, in quanto anche solo l’appoggio del piede nudo sullo sputo di un tisico avrebbe causato la malattia.
Fino al XIX secolo, tuttavia, il mondo accademico apparve sostanzialmente impermeabile alle osservazioni di carattere epidemiologico sulla tubercolosi: il popolo, principale bersaglio della tisi, stimolava invece i governanti all’azione. La gente comune avvertiva sempre più prepotentemente il problema in quanto le attività industriali e l’inurbamento favorivano l’aumento dei malati e ciò rendeva palese la diffusione del contagio.
Per questo motivo si cominciarono a varare provvedimenti di sanità pubblica indirizzati alla prevenzione: nelle città cominciarono a comparire cartelli che proibivano gli sputi in luogo pubblico e, contestualmente, vennero prodotti numerosi modelli di sputacchiere portatili, progettate per “ospitare” in modo sicuro la saliva dei loro proprietari.