Il trocar

Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone

All’inizio del 1900 la tubercolosi era una delle principali cause di morte nel mondo occidentale.

Prima dell'introduzione degli antibiotici efficaci, sviluppati a partire dagli anni '40, le opzioni terapeutiche erano estremamente limitate.

Una delle poche strategie disponibili per gestire la malattia era lo pneumotorace terapeutico, una tecnica introdotta dal medico italiano Carlo Forlanini nel 1882: grazie all’introduzione di aria nello spazio pleurico (la cavità tra il polmone e la parete toracica) il polmone malato veniva “messo a riposo” mediante un collasso parziale o totale dell’organo.

L’obiettivo, seppur controintuitivo, era di favorire la guarigione delle lesioni tubercolari attraverso la riduzione del consumo di ossigeno e la limitazione della diffusione dei bacilli.

Il trocar era uno strumento essenziale per questa procedura, poiché permetteva un accesso relativamente sicuro e controllato allo spazio pleurico. La tecnica richiedeva grande abilità e precisione da parte del medico, data la vicinanza di organi vitali e il rischio di complicazioni come emorragie, infezioni o lesioni al polmone sano.

Con l’avvento degli antibiotici come la streptomicina, l’importanza dello pneumotorace terapeutico diminuì significativamente. I trattamenti farmacologici si dimostrarono più efficaci e meno invasivi, portando al graduale abbandono della procedura.

Tuttavia, l’uso del trocar non scomparve affatto.

Al contrario, lo strumento continuò ad essere perfezionato e adattato per altre applicazioni mediche, come toracentesi e interventi toracoscopici.

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