Fiale di cloruro mercurico

ideato intorno al 1910 dal DR. Jacob Gutman

“Una notte con Venere, una vita con Mercurio”, è lo storico adagio riferito alla sifilide, una malattia da sempre considerata peccaminosa che costringeva l’utilizzo del mercurio come terapia per tutta la vita, quasi fosse una punizione divina.

L’origine del termine “Sifilide” è legata alla leggenda del giovane pastore Sifilo, che venne punito dal dio Apollo per la sua infedeltà. Oggi sappiamo che la malattia è provocata da un batterio, il Treponema pallidum, e l’attuale trattamento medico prevede l’impiego di antibiotici.

Prima della scoperta della penicillina, tuttavia, la sifilide veniva abitualmente “curata” con il mercurio, un elemento che fin da tempi remoti ha suscitato grande interesse e curiosità, probabilmente per il suo insolito aspetto: il suo colore, infatti, ricorda quello dell’argento ed è il solo metallo che si presenta liquido a temperatura ambiente. Il suo nome deriva proprio dal pianeta Mercurio, che gli antichi alchimisti ponevano in diretta relazione con il metallo
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Nei secoli passati, l’inalazione di vapori di mercurio divenne la terapia più diffusa per il trattamento della sifilide, ma poteva essere somministrato in moltissimi modi…. perfino con iniezione diretta nei genitali.

Fra gli oggetti esposti nella collezione del museo sono presenti alcune fiale di cloruro mercurico marcate “Pastilles au sublimè corrosif, preparé selon la formule di Prof. Angerer – Poison!”: questo composto era anche conosciuto col nome di sublimato corrosivo: si tratta del sale di mercurio dell’acido cloridrico, di formula HgCl₂, ampiamente utilizzate per il trattamento della sifilide.

Intorno al 1910, il medico di Brooklyn Jacob Gutman, preoccupato per la mancanza di ricerche sugli effetti collaterali della terapia, iniziò uno studio utilizzando cavie. I risultati furono drammatici. Nel 1923 pubblicò le sue scoperte sull’American Journal of Syphilis, “Gli effetti dell’inalazione di mercurio sull’organismo”, mostrando chiaramente gli effetti distruttivi del metallo. I cambiamenti patologici nel rene dovuti al mercurio attraverso tutte le vie di somministrazione furono definitivamente stabiliti e, nel giro di qualche anno, il suo impiego venne definitivamente abbandonato.

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