Coppettazione

Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone

Già nel “Papiro Ebers”, uno dei più antichi testi medici al mondo – risalente al 1550 a.C – vengono descritti metodi e strumenti per purificare l’organismo attraverso l’aspirazione dei fluidi corporei: la “coppettazione”, seppur in forme arcaiche e primitive, possiede infatti origini antichissime.

Creando un vuoto all'interno della coppa tramite calore o aspirazione meccanica, la depressurizzazione provoca una “suzione” che richiama il sangue verso la superficie cutanea.

La tecnica si basa sull’applicazione di coppe (tradizionalmente in bambù, ceramica o vetro) sulla pelle.

Nella medicina tradizionale cinese, la coppettazione è da sempre considerata fondamentale per ripristinare il flusso del Qi (energia vitale) e trattare dolori, blocchi energetici e squilibri interni.

In altre culture, come quella greca, romana e mediorientale, la pratica è stata largamente utilizzata per eliminare impurità e tossine dal corpo: perfino Galeno ne descrisse l’utilizzo per trattare una vasta gamma di disturbi associati alla “teoria degli umori”.

Oggi la coppettazione ha ritrovato una notevole popolarità grazie al suo utilizzo da parte di atleti e celebrità, che la promuovono come metodo naturale per migliorare la performance fisica e accelerare il recupero muscolare: i presunti benefici includono la riduzione dello stress e il trattamento di disturbi respiratori, come bronchiti o congestioni.

L’efficacia della pratica è un argomento piuttosto controverso. Non esistono infatti prove scientifiche solide e definitive che ne dimostrino chiaramente i benefici. In ogni caso, possiamo dire che la coppettazione sia… il “succhiotto” più lungo della storia!

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