Bezoar

Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone

Il Bezoar è un curiosissimo oggetto che unisce la storia della medicina alle antiche pratiche alchemiche.

Si tratta di un minuscolo aggregato organico: una sorta di piccola “pietra”, composta da materiale indigerito e accumulato nell’apparato gastroenterico dei mammiferi, compreso l’essere umano.

Gli alchimisti medievali, convinti che la trasformazione dei materiali fosse la chiave per svelare i segreti della natura, iniziarono ad attribuire al Bezoar proprietà miracolose contro malattie e avvelenamenti. Alimentando la leggenda, i farmacisti di tutta Europa iniziarono a venderne i rari esemplari che riuscivano a trovare a prezzi altissimi.

Monarchi, nobili e studiosi erano disposti a tutto pur di averne un frammento: a poco a poco, la fama del Bezoar crebbe fino a giungere ai fasti della corte imperiale. Si narra che perfino l’imperatore Carlo V, entrato in possesso di una splendida pietra nera, abbia chiesto al celebre chirurgo Ambroise Paré di verificarne l’efficacia.

Paré, figura di spicco nella medicina rinascimentale, decise di testarne empiricamente le proprietà terapeutiche: avvelenò un cuoco di corte – già comunque condannato a morte per furto – e provò a guarirlo con il Bezoar. L’uomo, ovviamente, perì fra atroci sofferenze: a quel punto, il medico concluse che la fama dell’oggetto magico era “pura vanità”.

Col tempo, la ricerca scientifica ha messo in luce la reale composizione di queste formazioni organiche, smontandone gradualmente l’alone magico.

A proposito di “magia”: il Bezoar compare più volte nella celebre saga fantasy di Harry Potter. Viene menzionato da Piton, nella primissima lezione del suo “corso” di Pozioni, e – non a caso – sarà usato con successo dal giovane mago per salvare l’amico Ron… proprio da un tentativo di avvelenamento!

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