Salassatore
origini in Grecia nel V secolo a. C
Un tempo i barbieri erano letteralmente dei tuttofare: oltre a occuparsi di barba e capelli, all’occorrenza estraevano denti e praticavano il salasso. I “cerusici” venivano infatti considerati dei mezzi medici capaci di “sagnare” (dal francese “Saigner”, ovvero “sanguinare”) i pazienti, salassando chiunque ne avesse bisogno.
Fino al secolo scorso la “sagnatura” era una terapia utilizzata abitualmente per abbassare la pressione, per curare infiammazioni e persino per guarire dalle infezioni. In questi casi la gente ricorreva al barbiere per farsi togliere “il sangue pazzo”, all’epoca considerato la principale causa degli “umori cattivi”.
Farsi togliere un po’ di sangue, di tanto in tanto, era addirittura una pratica caldeggiata per purificare l’organismo: il cerusico barbiere era sempre pronto a intervenire, agendo spesso anche senza specifica indicazioni del medico.
Per fare il salasso, il barbiere incideva una o più vene superficiali con uno strumento apposito, prestando attenzione affinché il sangue scorresse lentamente. Per raccogliere il liquido utilizzava una particolare bacinella in metallo: era la sua sensibilità a stabilire la quantità di sangue necessaria alla terapia, dopodiché lo fermava “attagnando” la ferita, esercitando cioè pressione fino a quando si formava l’emostasi.
Nel medioevo i barbieri erano soprattutto degli ambulanti. Col passare dei secoli, però, iniziarono a possedere delle botteghe contrassegnate dall’insegna cilindrica a fasce rosse e bianche che tutti conosciamo: all’epoca simboleggiavano il colore del sangue e il colore delle fasce che usavano come bende!