Aspiratore di Potain

Scritto nel 1962 da Samuel Glasstone

Negli ultimi decenni dell’Ottocento, mentre la medicina viveva una stagione di profonde trasformazioni, uno dei problemi più comuni – e difficili da gestire – era l’accumulo di liquido nel torace: una condizione nota come versamento pleurico.

Spesso causato da infezioni polmonari o disturbi cardiaci, il “ristagno” premeva sui polmoni e metteva seriamente a rischio la capacità respiratoria.

In un’epoca in cui i metodi di drenaggio erano ancora rudimentali, le procedure si basavano su tentativi piuttosto empirici e non di rado risultavano pericolose.

Fu in questo scenario che il medico francese Pierre Potain propose un dispositivo innovativo che porta ancora il suo nome: l’aspiratore di Potain.

Grazie a un recipiente di metallo (o, talvolta, in vetro) e un sofisticato sistema di valvole, l’apparecchio creava una leggera pressione negativa, consentendo al liquido di fuoriuscire in modo graduale tramite un ago o una cannula.

La capacità di controllare il flusso era il vero punto di forza: eliminava il rischio di emorragie, riduceva il pericolo di introdurre aria nella cavità pleurica e minimizzava l’esposizione all’esterno, fattore cruciale in termini di prevenzione delle infezioni.

Il suo impiego si estese rapidamente non solo alla pleura, ma anche ad altre sedi di accumulo. Inoltre, il prelievo del liquido in un contenitore sigillato permetteva di effettuare analisi di laboratorio più accurate, contribuendo a migliorare la comprensione di molte patologie non solo polmonari.

Sebbene oggi sia stato superato da sistemi più moderni, il principio alla base dell’invenzione di Potain resta un caposaldo nella gestione di numerose condizioni cliniche, le quali vengono tuttora trattate con strumenti ispirati dalla sua scoperta tecnica.

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